93 - Ritratti di donne: Mary Varale, pioniera dell'alpinismo italiano - con Francesca Schranz
Ritratti di donne è un progetto di Sara Rattaro in cui 24 autrici raccontano 24 donne straordinarie, spesso dimenticate dalla storia.
Il libro Ritratti di donne 3 in cui trovi il racconto su Mary Varale, pioniera dell'alpinismo italiano, scritto da Francesca Schranz è edito Morellini.
Lo puoi acquistare qui: www.morellinieditore.it/books/ritratti-di-donne-3/ – il ricavato va in beneficenza.
Mary Varale vive a cavallo tra '800 e '900 e sfida le convenzioni sociali per inseguire la sua passione: l'alpinismo. Nel 1935, però, fa una scelta coraggiosa che le cambierà la vita.
Ascolta la sua storia in questo episodio!
Mary Varale con Alvise Andrich e Furio Bianchet. Foto @ Biblioteca Civica di Belluno - fondo Vittorio Varale
Dopo aver conosciuto la storia di Mary Varale, andiamo in cordata con Francesca Schranz sulle cime più alte del Monte Rosa.
Dalla parete Est alla Capanna Margherita sul Monte Rosa
Diario di una salita alpinistica attraverso le vie meno battute del Monte Rosa, dalla Est del Gran Fillar alla Capanna Margherita, passando per le cime più alte delle Alpi Pennine.
Agosto 2023
Macugnaga, 17 agosto. La parete Est del Monte Rosa si staglia immobile, gigantesca, sulla valle Anzasca. E’ mattino quando Francesca, appassionata di montagna e originaria proprio di Macugnaga, osserva dalla piazza del paese quella muraglia verticale che ha sognato per anni. Con lei, una guida alpina.
Il loro obiettivo: una traversata lunga quattro giorni partendo da Macugnaga, con tre notti in quota, passando per le quattro cime del Monte Rosa.
Sognare la vetta è solo il primo passo, guardarla davvero è il secondo. Salirla è solo il terzo.
Era già tutto cominciato.
Giorno 1 – 17 agosto
Belvedere – Bivacco Belloni (2.500 m)
Una seggiovia porta Francesca al Belvedere, punto panoramico da cui si vede tutta la potenza della parete Est. Lo zaino è pesante: corde, protezioni, materiale da bivacco. L’aria è secca, il cielo limpido. Inizia l'avvicinamento al Bivacco Belloni, che si raggiunge nel pomeriggio dopo aver attraversato il ghiacciaio del Belvedere e risalito tracce su terreno morenico e roccia friabile.
Il bivacco, piccolo e spartano, è silenzioso. Davanti, il muro verticale che li aspetta l'indomani ed in cima ad aspettarla non c’è gloria, solo gratitudine.
Giorno 2 – 18 agosto
Integrale del Gran Fillar (3.676 m, D) – Bivacco Gallarate (3.960 m)
Sveglia nella notte. La parete è nera, il cielo punteggiato di stelle. Partono in cordata sulla via integrale del Gran Fillar, una delle linee storiche e meno frequentate della Est del Rosa.
Là dove finisce il sentiero inizia qualcosa di profondamente ignoto che senti tuo. Inizia l’arrampicata, è varia: diedri, placche, fessure e passaggi esposti su roccia solida, alternati a tratti di misto e tratti delicati su neve. Una danza di fragilità e fiducia, le rocce si spezzano e a volte arrivano addosso, ci si fa male, ma il respiro scandisce il ritmo, il corpo si adatta, la mente resiste.
Da lì, traversano una distesa di crepacci in direzione del Bivacco Gallarate, incastonato nella neve. L’arrivo è alle 17.30, accolti da panorami vasti che spaziano da Macugnaga al Vallese. La notte è silenziosa, interrotta solo dal rumore del vento sulle lamiere. In certi bivacchi il tempo si ferma. Resta solo il rumore dell’aria e dei pensieri a ricordare che si è impotenti davanti a quella vastità.
Giorno 3 – 19 agosto
Cresta di Santa Caterina (TD+) – Quattro cime del Rosa – Capanna Margherita
Alle 6.00 sono già in movimento. Il tratto successivo è il cuore tecnico della traversata: la Cresta di Santa Caterina, una linea elegante, severa e poco frequentata, che si sviluppa lungo lo spartiacque orientale del Rosa.
La progressione è lunga e richiede massima concentrazione: grado TD+, con tratti di arrampicata esposta e passaggi su misto delicato. Alle 14:00, raggiungono il punto terminale della cresta. Con la consapevolezza che ogni appiglio è stata una scelta, la roccia parla e sussurra e va rispettata.
La salita, che aspettava Francesca da tanto tempo era arrivata, non è imporsi alla montagna, ma ascoltare il silenzio di qualcosa di più grande. Che avvolge un passo dopo l’altro l’ascesa alla vetta.
Ma l’avventura non è finita. Il pomeriggio prevede la traversata delle quattro cime principali del Monte Rosa:
Nordend (4.609 m)
Punta Dufour (4.634 m) – la vetta più alta della Svizzera
Zumsteinspitze (4.563 m)
Punta Gnifetti (4.554 m)
La progressione è lenta ma costante, le condizioni sono perfette: cielo terso, neve ben assestata. La stanchezza si fa sentire.
In serata arrivano infine alla Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa. Il sole sta tramontando, ma la fatica è giunta al termine. Il corpo si ferma, ma qualcosa dentro continua a camminare.
Giorno 4 – 20 agosto
Discesa verso Alagna Valsesia
La mattina seguente, la discesa si svolge lungo la via normale italiana. Con ramponi ai piedi, si scende per il ghiacciaio del Lys verso Punta Indren, e da lì, con gli impianti, si rientra ad Alagna Valsesia.
Il viaggio si chiude dove i versanti del Monte Rosa cambiano volto: dalla severità della Est alla dolcezza del versante sud-ovest. I ricordi aggrappati alla pelle e le riflessioni che vorticano nella mente, non si torna mai uguali da una salita vera.
Un'avventura trasformativa
La traversata compiuta da Francesca è molto più di una salita alpinistica. È una linea immaginaria che unisce la sua infanzia a Macugnaga, le sue ambizioni, la parete che guardava da bambina e che ora ha salito, superato, attraversato. È un viaggio verticale e interiore, in cui l’impegno tecnico si intreccia alla crescita personale.
Dati tecnici del percorso:
Durata: 4 giorni / 3 notti
Dislivello complessivo: oltre 3.000 metri positivi
Difficoltà: D (Gran Fillar), TD+ (Santa Caterina), AD (traversata cime)
“Volevo guardare quella parete negli occhi. Ora so cosa significa attraversarla, passo dopo passo, respiro dopo respiro. Il Monte Rosa non è solo montagna, è storia, fatica, bellezza assoluta.””
La nostra ospite:
Francesca Schranz, piemontese di origine walser, ha vissuto e viaggiato in diverse parti del mondo per lavoro e per passione. È principalmente una fashion designer che lavora in ufficio stile e consulente in vari ambiti, ma è anche una maestra di sci e un’alpinista.
Ha partecipato ad alcuni corsi di scrittura creativa e concorsi; ha pubblicato un racconto nell’antologia Esserci (Alberti libraio editore, 2019) e questo dedicato a Mary Varale per Ritratti di Donne 3 (Morellini editore, 2025).
Francesca è anche una grande amica da tantissimi anni. Ci siamo conosciute a Macugnaga, un luogo davvero unico ai piedi del Monte Rosa.
Un caro saluto,
Giulia ♡